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Quali sono i Vitigni più diffusi al mondo?

Quali sono i Vitigni più diffusi al mondo?

Scopriamo i grandi protagonisti del Vino

Il Vino accompagna da sempre la nostra storia, e la vite selvatica è una pianta che cresce quasi ovunque. Non tutti i vitigni però danno frutti di qualità, e con lo sviluppo della viticoltura e del piacere associato a un buon bicchiere vino, in tante parti del mondo sono stati ripresi e innestati vitigni adatti a una produzione vinicola di qualità. Scopriamo insieme quali varietà di uve da vino grazie alla loro versatilità, alla capacità di adattarsi a climi diversi, e alla qualità del vino prodotto si sono diffuse maggiormente nel mondo.

 

1. Cabernet Sauvignon

Il primato assoluto spetta al Cabernet Sauvignon, un vitigno a bacca nera francese originario della Gironda, nelle zone del Médoc e del Graves-Saint-Amant e coltivato praticamente in tutto il mondo: dall’Europa alla California (Napa Valley), dal Cile al Sudafrica.

Il grappolo è compatto, medio o cilindrico; l’acino è sferoidale. Le caratteristiche del vino, spesso protagonista in molti blend, sono una buona struttura, tannico, con note di ribes nero, pepe e vaniglia.

In Italia è ampiamente diffuso: in Toscana (Bolgheri, Maremma), Veneto (Colli Euganei), Friuli-Venezia Giulia e Sicilia (Etna e zone interne).

Su ArsWine.it proponiamo una ampia scelta di questo vino:

è Scopri tutti i Cabernet Sauvignon disponibili su ArsWine.it

tra cui un blend prezioso, di grandissima qualità, pluripremiato (tra gli altri, James Suckling gli dà un punteggio di 95/100): 

è Le Serre Nuove della prestigiosa cantina Ornellaia: un blend di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc and Petit Verdot

 

2. Merlot

Anche il Merlot ha origini francesi, per la precisione nella zona della Gironda. È un vitigno a bacca nera, particolarmente apprezzato dai merli – il nome Merlot deriva proprio dalla predilezione che ha il merlo per le sue bacche. Amato per la sua morbidezza, è spesso il primo rosso consigliato ai neofiti, ma è anche protagonista dell’uvaggio di alcuni dei più prestigiosi vini al mondo, quali lo Château Lafite-Rothschild, lo Château Latour e lo Château Margaux. Le sue caratteristiche – morbido, fruttato, con sentori di prugna e cioccolato – lo rendono infatti estremamente gradevole alla beva e al contempo flessibile per integrarsi bene con altri uvaggi.
Bordeaux è la sua zona di origine, ma oggi il Merlot è coltivato con grande successo un po’ ovunque: in Cile, negli Stati Uniti (nella zona di Washington oltre che nella californiana Napa Valley), in Argentina (area di Mendoza), Australia e Sudafrica (la regione di Stellenbosch). E, naturalmente, in Italia, dove trova terreno fertile in diverse zone: Friuli-Venezia Giulia (Grave, Colli Orientali), Veneto (Piave, Colli Berici), Toscana (usato in blend con Cabernet) e Trentino-Alto Adige. Se vuoi provare un Merlot in purezza di grande qualità, ArsWine.it ti consiglia
ArsMagna, il Merlot in purezza di Omina Romana

Curiosità: nel film Sideways, diretto da Alexander Payne nel 2004, la scena in cui Miles urla all'amico Jack: “Se qualcuno ordina Merlot, me ne vado. Non berrò nessun c**** di Merlot”, seguita da un’appassionata arringa a favore del Pinot Nero, ha lasciato un segno indelebile negli appassionati di vino – e un concreto impatto nei consumi: all’epoca dell’uscita del film, ci fu un calo di vendite di Merlot del 2% a favore del Pinot Noir, che invece registrò un aumento del 16%. Più in generale, il film ebbe un considerevole impatto nella cultura enologica americana, contribuendo a rendere il vino più conosciuto, accessibile e “frequentato” dagli statunitensi, tanto che fu coniato il termine “effetto Sideways”.

 

3. Airén

Al terzo posto della classifica dei vitigni più coltivati al mondo si trova questo genere a bacca bianca, che rimane confinato in Spagna – dove però copre più del 30% del totale dei vigneti, per più di 200.000 ettari, in particolare nlla zona di Castilla-La Mancha. Neutro, resistente alla siccità, genera vini fermi e secchi e viene spesso usato per distillati.

 

4. Chardonnay

Lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca, internazionale, coltivato in tutte le aree viticole del mondo. Viene utilizzato anche per vini spumanti “metodo classico”, Champagne, Trentodoc e Franciacorta. Dalla zona di origine della Borgogna, in Francia, si è “spostato” fino in Australia, in California e in altre parti del mondo.

Versatile, variegato, le sue note possono andare da un gusto fresco e minerale a uno burroso e rotondo.

In Italia viene coltivato in

E ti consigliamo anche lo Champagne Brut Leclerc, dove la combinazione di Chardonnay con Pinot Noir e Pinot Meunier genera un’amabile bollicina con note di mandorle, pralina e agrumi: una scelta di stile per intenditori, da gustare all’aperitivo o durante cene gourmet.

5. Syrah / Shiraz

Alcune teorie indicano l'origine di questo vitigno a bacca rossa in Iran o in Sicilia, ma sembrano essere smentite dalle analisi del DNA: Shiraz è un incrocio tra Mondeuse Blanche e Dureza e quindi proviene dalla Francia, in particolare dalla Valle del Rodano settentrionale. È stato però il successo rivoluzionario dei vini rossi Shiraz dall'Australia che ha reso quest'uva veramente popolare. Storicamente, dalla valle del Rodano il Syrah si è diffuso verso il sud soleggiato: il vitigno tollera il caldo, ma non il cattivo tempo e il freddo. Quindi ha trovato condizioni climatiche ideali, oltre che in Francia (70.000 ettari) e Australia (40.000 ettari), in Spagna, Argentina e Sudafrica. In Italia, il Syrah ha trovato una seconda patria, in Toscana, soprattutto nella zona di Cortona; è coltivato con grande successo anche in Sicilia e nel Lazio, dove trova ottima espressione nei vini della cantina Federici.

Speziato, intenso, con note di pepe nero e mora, lo stile dei vini chiamati Syrah è in genere più “francese” – elegante, acido e ricco di tannini – mentre gli Shiraz rappresentano lo stile d'oltremare – potente, fruttato e con un alto contenuto alcolico.

 

6. Tempranillo

Quello che in Spagna è considerato il “re” dei vitigni rossi, non trova grande successo altrove – come l’Airén. Fuori dai confini spagnoli è davvero poco diffuso, con poche isolate sperimentazioni in Italia. Un rosso elegante, con note di frutti rossi, tabacco e vaniglia, coltivato soprattutto nella zona de La Rioja (più di 30.000 ettari) e di Ribera del Duero.

 

7. Sauvignon Blanc

Un vitigno a bacca bianca, proveniente dalla zona francese della Loira, diffuso anche in Nuova Zelanda, Cile, Sudafrica. Il nome deriva dalla parola francese sauvage, selvatico; ha grappoli piccoli, serrati, con acini piccoli, sferici, giallo-verdastri, di sapore leggermente aromatico che danno vini dai profumi variegati, fruttati (frutto della passione, pompelmo, mango, mela cotogna, banana), agrumati (limone, mandarino), erbacei (foglia di pomodoro, peperone verde, erba falciata, ortica, tè).

E poi... il caratteristico odore di pipì di gatto che contraddistingue il Sauvignon: si deve a una specifica molecola (4-metil-4-mercaptopentan-2-one) che possiede un forte sentore di bosso. Indicare appunto la pianta di bosso come responsabile dell’odore è sicuramente più raffinato!

In Italia, le coltivazioni di Sauvignon danno vini di eccellenza, con profili aromatici intensi e minerali, soprattutto in Friuli, Alto Adige e Veneto.

 

8. Pinot Nero (Pinot Noir)

Ed eccoci al Pinot Nero, oggetto della celebre disfida con il Merlot nel film Sideways. Il fascino di questo vino rosso è innegabile: nobile, elegante, delicato, con note di ciliegia, lampone e sottobosco, difficile da interpretare – una sfida tanto in degustazione quanto per gli enologi: la qualità adatta a essere vinificata in nero, caratterizzata da grappoli piccoli e compatti e da acini piccoli, varia considerevolmente di annata in annata e rende la vinificazione tanto complessa che in genere si riesce a ottenere in media solo una buona annata su cinque!

L’altra varietà, vinificata in bianco senza contatto con le bucce, fornisce un vino “neutro” che risulta però la miglior base per la produzione dello spumante, incluso lo champagne.

Dalla regione francese Borgogna e della Champagne, arriva in Italia per la prima volta nel XVII secolo in Oltrepò Pavese (75% della produzione totale italiana), per poi diffondersi in Alta Langa, Trentino, Veneto, Friuli e Alto Adige (dove viene denominato Blauburgunder) e in alcune zone della Toscana.

Noi di ArsWine.it amiamo in particolare il Pinot Nero della cantina trentina di Burggraefler.

 

9. Garnacha (Grenache) – Cannonau

Spagna, Francia e Italia si contendono l’origine di questo antico vitigno, dal frutto rosso, speziato, con buona alcolicità e morbidezza; ma recenti studi, spagnoli e italiani, e il ritrovamento di resti di vinaccioli risalenti a 3200 anni fa in diverse zone della Sardegna (in particolare nel villaggio nuragico di Duos Nuraghes) sembrano dimostrare che sia proprio il Cannonau il vino più antico del Bacino del Mediterraneo – di sicuro non è stato importato nel 1400 dalla Spagna come in precedenza si pensava.

Ad ogni modo, i vitigni Grenache sono molto versatili, tanto che si sono ambientati bene anche nei climi aridi della California e dell’Australia meridionale e permettono di produrre vini che spaziano dai rosé della Côtes de Provence (90.000 ettari coltivati in Francia), fino ai vini dolci di Banyuls, prodotti al confine con la Spagna, dove la Garnacha è il secondo vitigno a bacca nera per estensione (75.000 ettari), superato solo dal Tempranillo.

La nostra preferenza va alla versione sarda, assolutamente da provare nella straordinaria versione Nudo Cannonau di Siddùra – miglior rosé al mondo 2024.

10. Trebbiano (Ugni Blanc)

Di origini italiane, diffuso in Francia come Ugni Blanc, il Trebbiano è una famiglia di vitigni a bacca bianca presenti nell’uvaggio di più di 130 vini DOC, sia bianchi sia rossi.

Capace di adattarsi alle più diverse tipologie di terreno e di condizioni climatiche, molto produttivo, dà un vino gradevole, facilmente commerciabile e sufficientemente neutro per essere impiegato in unione con altri vini dalla personalità più spiccata.

Fresco, acido, neutro, viene usato anche per distillati come il Cognac.
In Italia si trova soprattutto nelle regioni centrali: Abruzzo, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio e Marche.

Assolutamente da provare nella versione in purezza di Marina Cvetic, una riserva di 14 gradi che, complice anche l’affinazione in barrique di rovere francese, offre un'esplosione di frutti tropicali, miele d'acacia e un’acidità vivace.

 

Dove puoi trovare il tuo vino preferito in Italia?

I vitigni più diffusi al mondo non solo dominano le classifiche per superficie coltivata, ma rappresentano anche la diversità e la ricchezza del vino nel mondo. Ognuno ha una voce unica, un carattere distinto e una storia da raccontare. Ecco le zone italiane più vocate per ognuno di essi:

Vitigno

Zone Italiane principali

Cabernet Sauvignon

Toscana, Veneto, Friuli, Sicilia

Merlot

Friuli, Veneto, Toscana, Trentino

Airén

Chardonnay

Trentino, Lombardia, Veneto, Sicilia, Piemonte

Syrah/Shiraz

Toscana, Sicilia, Lazio, Sardegna

Tempranillo

— (solo sperimentale)

Sauvignon Blanc

Friuli, Alto Adige, Veneto, Toscana

Pinot Nero

Alto Adige, Oltrepò Pavese, Trentino, Toscana

Garnacha

Sardegna (Cannonau)

Trebbiano

Abruzzo, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio

Buon viaggio e buona degustazione!

Per scoprire altre curiosità sul mondo del vino, informazioni, eventi e novità visita il blog Arswine.it

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